Caruso_pose L’arrampicata sui monotiri Le Soste in arrampicata e in alpinismo Manovra_di_calata_su_monotiri[vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Sabato 30 aprile 2011 giornata dedicata interamente all’arrampicata su roccia  secondo il famoso metodo “Caruso”.

Tale metodo è utile nell’ impostazione degli allievi, infatti razionalizza e schematizza i vari movimenti nell’ approccio alla scalata su roccia.

Per conseguire lo scopo, Caruso ha individuato alcune posizioni e alcune progressioni “fondamentali”. Tra queste, quella del cosiddetto “triangolo”, in cui la posizione del baricentro del corpo resta sempre all’interno di un immaginario triangolo, appunto, costituito da almeno tre punti di contatto con la parete di roccia (due piedi e una mano o viceversa). Ci si può dunque appigliare con le mani e appoggiare un solo piede, che fa da vertice a un triangolo rovesciato, oppure appigliarsi con una sola mano e appoggiare entrambi i piedi, sempre formando un triangolo.

Alla base del metodo vi è il concetto che la sicurezza e l’efficacia nel movimento, insieme alla capacità di trarre il massimo beneficio dalla scalata, sono aspetti strettamente correlati.

Imparando tutte le tecniche del metodo si facilita l’apprendimento, si acquisiscono gli schemi motori migliori e si evita quindi di rendere automatici i difetti o errori di movimento. Ad un livello avanzato di apprendimento le differenti tecniche favoriscono l’abilità nella “lettura” dei passaggi, consentendo una grande libertà di esecuzione motoria, grazie alla possibilità di adattare le progressioni del metodo a tutte le situazioni della scalata, potendo attingere alle innumerevoli varianti di movimento che derivano dalla conoscenza approfondita del metodo. Grazie alla tecnica è possibile ampliare il proprio bagaglio motorio, liberandosi da eventuali movimenti troppo schematici e inconsapevoli.

Al ritrovo di Alcenago ancora prima di scendere alla falesia ci siamo soffermati nel piazzale antistante la chiesa per provare alcuni esercizi propedeutici all’arrampicata secondo gli schemi di tale metodo, vediamoli in sequenza:

1> Separazione del movimento dei piedi da quello del bacino.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_single_image image=”89″ border_color=”grey” img_link_target=”_self” img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]2> Separazione del movimento del busto da quello del bacino.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_single_image image=”92″ border_color=”grey” img_link_target=”_self” img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Passando poi alla falesia il sistema di assicurazione prevedeva la costruzione di una sosta  semi -fissa alla base della parete con l’ausilio di un nodo mezzo barcaiolo, chi scalava si e’ assicurato con un nodo a otto con frizione e tutte le ascese sono avvenute in “moulinette” cioe’ da secondi di cordata.

Qui’ abbiamo provato le varie metodolgie di scalata che qui si seguito riassumo.

1> Progressione fondamentale con due appoggi.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_single_image image=”90″ border_color=”grey” img_link_target=”_self” img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]2>Progressione fondamentale con bilanciamento.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_single_image image=”91″ border_color=”grey” img_link_target=”_self” img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]3>Progressione fondamentale con spaccata.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_single_image image=”95″ border_color=”grey” img_link_target=”_self” img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]4>Progressione fondamentale con sfalsata:[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_single_image image=”94″ border_color=”grey” img_link_target=”_self” img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]7>Accoppiamento dei piedi.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_single_image image=”93″ border_color=”grey” img_link_target=”_self” img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]A fine giornata abbiamo visto la costruzione di soste con materiali quali chiodi clessidre dadi spuntoni e friend per quanto riguarda gli ancoraggi.

La sosta mobile è la piu’ usata e consigliata in terreno verticale.

La sosta semimobile viene utilizzata quando uno dei due ancoraggi non è sicuro a prova di bomba.

La sosta fissa che viene usata principalmente per le corde doppie.

Infine la sosta bilanciata con interessamento del sollevamente che riguarda l’assicuratore.

Contrapposizione tramite il nodo dei pacchi per dadi e friend.

Ecco la sosta che ha costruito Nicola con qualche dettaglio:[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_single_image image=”96″ border_color=”grey” img_link_target=”_self” img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][dt_gap height=”10″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Quella che vediamo nella foto è una sosta mobile bilanciata ed è stata cosi creata:

E’ stato creato un primo punto di ancoraggio tramite un friend e un dado contrapposti , sono stati collegati tra di loro da un cordino utilizzando il nodo dei pacchi vedi punto 1 e 2 della foto.

E’ stato creato un secondo punto di ancoraggio utilizzando una clessidra , qui semplicemente è stato infilato un cordino chiuso e messo un moschettone vedi punto 3 della foto.

I due ancoraggi sono stati collegati da una sosta mobile dove al vertice abbiamo messo un moschettone HMS .

Visto che uno degli ancoraggi non era a prova di bomba l’assicuratore in questo caso Nicola ha pensato di bilanciare la sosta con il proprio peso.

Nicola si è collegato con la corda di cordata al vertice della sosta con un nodo barcaiolo ha poi messo un secondo moschettone HMS al vertice, dove tramite un mezzo barcaiolo ha passato la corda del compagno da assicurare.

Questa sosta viene utilizzata principalmente in cascate di ghiaccio o in vie di roccia dove gli ancoraggi sono precari.

Viene anche utilizzata in ambiente innevato dove viene creata una sosta monodirezionale per impedire il possibile ribaltamento.

Infine per chi volesse approfondire un po’ questi argomenti vi comunico che ho inserito nell’area download sotto la voce montagna/corso cai 58 due nuovi files e più precisamente:

Caruso_pose.pdf

Le soste in arrampicata e in alpinismo.pdf.

Buona lettura[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Allegati